Quando parliamo di aree marine protette (AMP), ci riferiamo a particolari zone di mare che ricoprono una notevole importanza in riferimento al loro patrimonio in termini di biosfera e geomorfologia, ma anche in relazione alla costituzione biochimica e fisica.

"L’area marina protetta comprende anche i relativi territori costieri del demanio marittimo ed è suddivisa in zone sottoposte a diverso regime di tutela ambientale, tenuto conto delle caratteristiche ambientali e della situazione socio-economica. In generale, le aree marine protette sono divise al loro interno in tre zone denominate A, B e C", come sottolinea il Ministero dell'Economia e delle Finanze.

Delimitare il raggio di questi particolari ambienti acquatici, quindi, non è mai un'impresa semplice: per questo motivo, la legge italiana prevede degli specifici iter tecnici, diretti con attenzione dal Ministero della Transizione Ecologica (MITE) e dal Ministero dell'Economia e delle Finanze (MEF).

Portofino
Portofino, una delle più famose aree marine protette italiane.

La tutela di queste aree emerge senza dubbio come un tema delicato non solo per la sua rilevanza, ma anche per l'interesse che la scienza vi ripone in senso ecologico, culturale ed educativo, grazie della particolare flora e fauna che le popola.

Ma l'importanza delle aree marine prosegue oltre, in quanto spesso questi ambienti offrono un valore storico, archeologico-ambientale e culturale, spesso alla luce di speciali ritrovamenti avvenuti nelle loro acque durante immersioni effettuate da team di ricercatori.

L'ecosistema di queste zone, tuttavia, si trova attualmente in una situazione di pericolo ed è compromesso dagli evidenti cambiamenti della nostra epoca, denominata Antropocene, nella quale l'uomo risulta attore protagonista e in negativo.

Nel dettaglio, questo termine include le "modifiche dell'ambiente terrestre, nell'insieme delle sue caratteristiche fisiche, chimiche e biologiche, viene fortemente condizionato su scala sia locale sia globale dagli effetti dell'azione umana" (Treccani, definizione del termine Antropocene).

Acidificazione Mare
Fondale marino danneggiato dall'acidificazione.

Le minacce che devono affrontare i nostri mari -quindi anche le AMP- sono molte: l’acidificazione, che altera gli equilibri degli ecosistemi, la diminuzione di ossigeno disciolto per metro cubo d'acqua, l’inquinamento causato dalle attività umane e infine la pesca eccessiva, la quale esercita una pressione rilevante sugli stock ittici e sulle specie a rischio.

I vantaggi che offre l'istituzione delle aree marine protette sono quindi cruciali perchè "non solo infatti tutelano gli habitat dai danni della pesca distruttiva, ma garantiscono protezione per le specie che saranno così in grado di riprodursi e crescere, aumentando le catture nei siti di pesca adiacenti ai confini del parco", come spiega Alessandro Nicoletti, biologo marino e fondatore dell’associazione ecologista Keep the Planet.

"Questi luoghi ad alta biodiversità animale e vegetale aumentano inoltre la resilienza degli ecosistemi così da essere in grado di sopportare e reagire meglio ai disturbi ambientali dovuti all’inquinamento e ai cambiamenti climatici" prosegue sempre Nicoletti, sottolineando l'importanza di queste zone.

Plemmirio
Uno scorcio dell'Area Marina Protetta Plemmirio, Siracusa.

Le scelte individuali e il nostro rapporto con l'ambiente risultano, anche in questo senso, di fondamentale importanza e una possibile svolta per la tutela dei mari del presente e per quelli del futuro.

Per questo motivo, un percorso di vita più sostenibile è possibile in diversi modi: maggiore rispetto dell'ambiente marino, anche ponendo maggiore attenzione ai nostri acquisti quotidiani, fare turismo responsabile in questi habitat, che deve essere sempre delicato e il meno invasivo possibile, e infine i nostri consumi in termine di pesce, che devono orientarsi verso specie non a rischio e verso quelle dimenticate.