STOCK ITTICI DELLA PESCA 

Quando si parla di stock ittici nei mari e negli oceani del mondo, l'espressione viene comunemente associata alle notizie che riguardano lo sfruttamento del pesce, l'inquinamento marino e la nostra responsabilità nei confronti di queste risorse.

Con stock ittico, in termini più specifici, si intende in realtà un gruppo di organismi trattato come “unità produttiva” e alla base della ‘biologia della pesca’, soggetto a modalità di cattura per fini commerciali ed escludendo da questo sistema gli avannotti e le specie in età giovanile. In altre parole, si tratta della massa ittica di alcune specie che si concentra in determinate zone e in determinati periodi dell’anno, senza esclusione alcuna e senza riferimento alle sole popolazioni ittiche in pericolo.

Banchi di pesce in movimento
Banchi di pesce in movimento in prossimità del fondale marino.

I NUMERI INSOSTENIBILI DELLO SFRUTTAMENTO ITTICO

Nonostante i mari e gli oceani abbiano un'elevata capacità di risorse ittiche, secondo recenti studi della FAO (agosto 2020) attualmente circa 1/3 (34,2%) del pesce viene sfruttato a livelli biologicamente non sostenibili, ovvero in maniera indiscriminata e senza concedere il tempo e le condizioni per il suo ripopolamento.

Sempre secondo i dati FAO, il consumo mondiale di pesce ha stabilito il nuovo numero record di 20,5 chilogrammi pro capite all'anno e nel prossimo decennio è destinato a subire nuovi aumenti, evidenziando il suo ruolo essenziale per la sicurezza alimentare nella nutrizione delle popolazioni della terra.

Gli stock ittici, in questo senso, non possiedono una capacità illimitata e il mantenimento del loro equilibrio emerge come attività prioritaria nelle politiche delle nazioni, al fine di preservare la biodiversità e non portare al brusco depauperamento delle risorse, rendendo così la pesca non più economicamente conveniente.

Pesce in contenitori
Pescato appena sbarcato e diviso per specie.

UN FUTURO DI PROSPETTIVE E IMPEGNI POLITICI

Pescare ai livelli attuali diventa dunque un dilemma per ogni nazione del mondo e al centro di numerosi dibattiti. Per questo il Direttore Generale della FAO QU Dongyu riferisce che "Questa percentuale (34,2% di pesce pescato in maniera non sostenibile) è troppo elevata e non sta migliorando a livello globale[...]" ma aggiunge anche che è "[...] bene sapere che il 78,7% di tutto il pesce sbarcato proviene da stock biologicamente sostenibili. Inoltre, i trend relativi alla sostenibilità di molte delle principali specie stanno migliorando" .

Lo stesso studio sostiene inoltre che alcune catture abbiano raggiunto i livelli massimi negli anni precedenti e tra tutte le specie emerge il tonno, con un livello massimo, pari a circa 7,9 milioni di tonnellate nell'anno 2018, e 2/3 di questi stock ora vengono pescati in maniera biologicamente sostenibile. Un deciso incremento, quest'ultimo, che si attesta sul10% in soli due anni e che sottolinea l'efficacia di una gestione migliorata delle risorse in un settore caratterizzato da notevole sovraccapacità di numerose flotte di pescherecci.

Banco di tonni.
Banco di tonni in acque aperte.

Per questo motivo, in Europa gli stock ittici e le attività di pesca principali sono gestiti attraverso l'attuazione di precisi piani pluriennali e limiti annuali di catture come il FEAMP 2014-2020 e il più recente FEAMPA 2021-2027, nel cui acronimo ora figura l'acquacoltura, importante alleata nel futuro dell'approvvigionamento mondiale di pesce e al centro di importanti investimenti dei progetti legati al Green Deal.

Come riporta il sito del Consiglio dell'Unione Europea nella sezione della gestione degli stock ittici UE, i progetti intendono proteggere questa importante risorsa e si "stabiliscono inoltre limiti annuali di catture per la maggior parte degli stock ittici commerciali, altrimenti noti come totali ammissibili di catture (TAC) o possibilità di pesca. Ciascun TAC è ripartito tra gli Stati membri dell'UE mediante contingenti nazionali. I singoli Stati membri hanno la responsabilità di assicurare che i rispettivi contingenti non siano superati", per un maggiore senso di responsabilità e di tutela degli ambienti marini e della loro biodiversità.